giovedì 13 ottobre 2016

Saluto a Dario Fo, premio Nobel e artista impegnato

     Io non amo i tuttologi: finiscono sempre per rivelarsi marionette sapientoidi che si limitano a sapere di tutto un poco, ma nulla veramente bene; gente degna forse di partecipare solo a banali quiz show televisivi. Timeo hominem unius libri, temo colui che conosce un libro solo. Perché se ne conosce uno solo deve per forza conoscerlo bene.
     Ebbene, Dario Fo sfuggiva a questa regola. Come un moderno Leonardo da Vinci, questo artista-intellettuale, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1997, era attore, regista, pittore, scrittore e anche attivista. E non sapeva un po’ di tutto, ma un bel po’ di tutto questo. Un artista a tutto tondo, quindi, che non ha usato l’arte fine a se stessa, ma l’ha messa a disposizione della gente e ha usato anche la sua stessa persona per l’impegno sociale (ci ha messo la faccia, come si dice oggi).
     Drammaturgo laico e ateo, fautore della liberazione dagli schemi nel mondo del teatro e marito di Franca Rame, anch’ella attrice impegnata, ci ha lasciato ben più di Mistero buffo (capolavoro!). È uno di quelli che lasciano una “morale”; e l’ha lasciata col suo stile e con le sue idee, con la forma oltre che con il contenuto.
     A dimostrazione di ciò voglio condividere il ricordo più bello che ho di Dario Fo, che non è però una scena di un suo spettacolo, bensì un pezzo di un’intervista. Era il 2001 e Dario era ospite di Daniele Luttazzi (anch’egli attore e comico e uomo di satira) nel programma Satyricon: tra i vari temi trattati ne emerge uno, nobilissimo e molto educativo, ovvero la differenza tra satira e sfottò. Attenzione a distinguere la satira dallo sfottò, dice Dario: la satira mette un punto di vista morale e serve a denunciare, essa diverte e nello stesso tempo informa e insegna, mentre lo sfottò è presa in giro fine a se stessa, serve a svagarsi ma non educa, non consegna nulla al pubblico, non forma, non rende migliori.

     Voglio lasciare lo stralcio di questa intervista in cui si parla di questo perché per me è questa l’eredità più grande di Dario Fo: educare tramite l’arte. Il che ne fa secondo me un artista nel senso più pieno del termine.


Grazie, Dario!

4 commenti:

  1. Scrivi pure figliolo se ciò ti fa stare bene.
    Il Signore ti perdonerà.

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    1. Su questo post ho dovuto eliminare molti commenti di spam molto strani e volgari, ma questo mi incuriosisce più di tutti: per cosa dovrebbe perdonarmi il Signore?

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  2. MASSONE DI MERDA ANIELLO CALABRESE, SEI UNA MERDA A CANCELLARE LE RISPOSTE ALTRUI. QUESTO E' NAZISMO, BESTIA BASTARDA!

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    1. Cancellerò sempre i tuoi commenti, perché non sono commenti. Un commento è un giudizio sull'articolo che si è letto, le tue sono invece volgari azioni di spam a base di volgarità e pedopornografia appesantite da decine di link e storie di presunti omosessuali-nazisti-pedofili di cui non importa nulla a nessuno. Esistono delle regole di etichetta sul web e tu le violi continuamente, perciò continuerò a cancellare ogni tuo commento (e quelli derivanti da altri account di gente come te, sempre ammesso che non sia tu da account sempre diversi), perché il mio blog non è una bacheca per le tue diffamazioni e i tuoi deliri. Vogliamo vedere chi si stanca prima? Sono una persona molto paziente. E poi posso sempre segnalarti. Per il resto, hai mai pensato di trovarti un lavoro o comunque farti una vita?

      P.S. Fatti vedere da uno bravo.

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